Dai nuovi scavi della Regio IX emerge una natura morta con un calice di vino, frutta, spezie e… quella che sembra proprio un antenato della pizza.

Curiosa scoperta nel Parco Archeologico di Pompei: su un affresco di 2000 anni fa è affiorata quella che sembra a tutti gli effetti una pizza. Il disegno è emerso in questi giorni nell’ambito dei nuovi scavi nell’insula 10 della Regio IX. Come risulta da una prima analisi iconografica, il dipinto di questa natura morta potrebbe davvero essere un lontano antenato della pizza moderna.

Pompei, pizza spunta in un affresco

Naturalmente la pizza apparsa nell’affresco di Pompei non può essere definita tale, considerando che all’epoca mancavano due ingredienti fondamentali come il pomodoro (approdato in Italia dalla Spagna alla metà del 1500) e la mozzarella, nata intorno al 1300 nel monastero di San Lorenzo di Capua.

Il dipinto con la pizza è visibile sulla parete di un’antica casa pompeiana. La tipica pietanza napoletana appare su un vassoio d’argento accanto a un calice di vino e ad altri cibi: il melograno, i datteri, la frutta secca, una ghirlanda di corbezzoli gialli. Gli archeologi del Parco suppongono che questa sorta di focaccia di forma piatta faceva da accompagnamento a frutti vari.

Una coppia di turisti ammira un affresco nel Parco Archeologico di Pompei
Una natura morta (con “pizza”) emerge dai nuovi scavi della Regio IX di Pompei

L’antenato della pizza veniva condito con delle spezie o più probabilmente con il moretum. Pane e moretum, una sorta di pesto preparato con formaggio ed erbe aromatiche fresche o essiccate, era uno dei pasti tradizionali dell’antica Roma. Sull’affresco di Pompei potrebbe essere indicato dai puntini color giallastro e ocra.

Questo tipo di dipinto raffigura un concetto noto nell’antichità greca come xenia, l’idea dell’ospitalità, dell’accoglienza e del rispetto reciproco tra padrone di casa e ospite. La xenia era sacra e comprendeva una serie di regole non scritte come la scelta dei migliori animali dell’allevamento per i banchetti, la preparazione di cibi “magici” come l’ambrosia, la consegna di un regalo d’addio all’ospite.

Pompei, affresco con pizza spiegato da Virgilio

Un passo dell’Eneide di Virgilio (libro VII, v. 128 sgg.), fa pensare che le focacce sacrificali posizionate sotto la frutta facessero da “mense”. Quando gli eroi troiani mangiano il pane usato come contenitore dopo la frutta, “spinto a lidi sconosciuti, esaurito ogni cibo”, si rendono conto che la profezia si è compiuta: hanno finalmente trovato una nuova patria.

Oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati – spiega il direttore Gabriel Zuchtriegelritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto povero nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati”.

L’affresco scoperto al Parco Archeologico di Pompei, uno dei musei più visitati in Italia, non consente ancora di confermare l’appartenenza alle numerose raffigurazioni dedicate al sacro e all’ospitalità trovate nelle diverse città vesuviane. La qualità di esecuzione del dipinto, tuttavia, è notevole: la decorazione pittorica potrebbe risalire alla prima metà del I secolo dopo Cristo.

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ultimo aggiornamento: 29-06-2023


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